Tradizione e gastronomia
Non è soltanto la protettrice di Catania, ma anche di Gallipoli (insieme a s. Cristina e s. Sebastiano) dove le è stata dedicata la sontuosa Cattedrale oltre ad alcuni luoghi legati a un episodio leggendario accaduto sulla spiaggia della “città bella”.
Secondo una credenza popolare, nei giorni 4 e 5 febbraio, qui si verifica un cambiamento repentino del vento, attribuito allo spirito della santa che lascerebbe Catania per sostare a Gallipoli, assistere ai festeggiamenti sacri e rientrare in quella città.
Dinanzi al fenomeno atmosferico il popolo usava dire: sant’Agata de Catania, vene cu sciaroccu e vae cu tramuntana, sant’Agata di Catania, viene con lo scirocco e se ne va con la tramontana.
Per avvalorare l’improvvisa e fulminea trasferta della santa a Catania, vi era chi sosteneva che il pavimento della cattedrale, soltanto in quei due giorni, si ricopriva di sabbia portata dal vento di scirocco su cui si trovavano impronte di piedi nella direzione di andata e di ritorno: impronte senza dubbio attribuite alla martire.
Per approfondire: R. Barletta, Quale santo invocare? Feste e riti del calendario popolare salentino (Grifo ed., 2013)