Menu
  • Home
  • Biografia
  • Pubblicazioni
  • Scritture
  • Contattami

Ricchitelle, minchiarieddhri e sagne ‘ncannulate

Pasta casereccia nella gastronomia salentina

Tradizione e gastronomia

21 Dicembre

2021

ore

18.00

Ricchitelle, minchiarieddhri e sagne ‘ncannulate per i salentini sono parole magiche che evocano le forme tipiche della pasta casereccia: cibo prelibato della cucina tipica salentina. È l’argomento del libricino in cui si cerca di andare oltre l’immagine di quelle forme, cotte e condite solitamente con salsa di pomodoro e una manciata di formaggio grattugiato, come vuole la tradizione.

L’argomento, di per sé ghiotto e invitante, non è un inno alla pasta fatta in casa né una proposta di ricette gastronomiche, ma è un’occasione per ricordare tutto ciò che la società salentina del passato, legava alle sopradette forme di pasta: significati, riti, simbolismi, metafore, proverbi, filastrocche. Particolarmente in queste ultime ed in altri testi orali rivolti per lo più ai bambini, si celava il desiderio (e l’augurio) di mangiare abitualmente pietanze a base di pasta, come accadeva alle classi benestanti e privilegiate economicamente.

Trattando della pasta fresca, definizione preferita per sottolineare la differenza con quella industriale che non presenta “l’inconveniente” di dovere essere cucinata dopo poche ore dal suo confezionamento, è stato quasi scontato rammentare i desideri e le fantasie gastronomiche di chi era impossibilitato a gustarla, se non in occasioni straordinarie, in quanto viveva nella triste condizione di precarietà alimentare e, a volte, di autentica fame quotidiana.

I maccheroni caserecci erano tenuti in grande considerazione soprattutto dal ceto popolare e contadino che esprimeva il proprio apprezzamento così: li maccarruni te inchenu li cantuni, i maccheroni riempiono tuti gli angoli (dello stomaco), con la variante registrata in provincia: li mmaccarruni inchene lu stòmmicu finca a lli cantuni, i maccheroni riempiono lo stomaco fino agli angoli; maccarruni, carne e vinu: lu mangiare cchiù finu, maccheroni, carne e vino: il mangiare più fino e prelibato.

Oltre alle principali feste liturgiche, la ritualità di preparare e consumare la pasta lavorata a casa si compiva in occasione di matrimoni o della nascita di un figlio, quando il ricevimento si svolgeva nell’abitazione di uno dei due sposi o della puerpera; per festeggiare il raccolto del grano, quando il pranzo si allestiva sull’aia; per siglare la posa dei solai di una casa o di un fabbricato, ecc. ecc.ecc.

< Torna alle scritture

Vedi anche

Tradizione e gastronomia

23

Dicembre 2021

Pucce, piezzi e friséddhre

Grano e pane nella tradizione salentina

Religiosità popolare

22

Dicembre 2021

Quale santo invocare.

Feste e riti del calendario popolare salentino

Curiosità e tradizioni

20

Dicembre 2021

Somatomanzia popolare nel Salento Vol. 1 e 2

Donne della storia meridionale

18

Dicembre 2021

Isabella Del Balzo

Il valore dell’eredità

Artigianato

16

Dicembre 2021

Ci tene arte tene parte

Mestieri artigiani nel Salento

Religiosità popolare

5 febbraio: Sant’Agata

Protettrice di Catania, ma non solo

Lecce, arte e storia

Cosimo De Giorgi

Il medico, l’archeologo, lo studioso

Luoghi del Salento

Porto Badisco, approdo di Enea

Quando la natura insegna e ci fa riflettere

Tradizione e gastronomia

Martedì grasso e le Ceneri

La fine del Carnevale

Rossella Barletta

Cerca
  • barlettarossella09@gmail.com
  • 348 77 21 249
  • Home
  • Biografia
  • Pubblicazioni
  • Scritture
  • Contattami
Menu
  • Home
  • Biografia
  • Pubblicazioni
  • Scritture
  • Contattami
  • Home
  • Biografia
  • Pubblicazioni
  • Scritture
  • Contattami
Menu
  • Home
  • Biografia
  • Pubblicazioni
  • Scritture
  • Contattami